La figura di Guido Berlucchi è unica come unica è la sua storia di imprenditore di successo, ma non solo di imprenditore, ma anche di uomo legato al suo territorio, vissuto come una comunità cui ha sentito di appartenere a pieno titolo, assorbendone i valori e rendendogli onore con la sua attività.
È frequente che un imprenditore senta di testimoniare il suo senso civico con opere di beneficenza o anche, addirittura, con la creazione di fondazioni che si propongano istituzionalmente un’attività meritoria per la comunità. È unico invece il caso di un imprenditore che a chiusura, e come a epigrafe, della sua carriera decida di consacrare tutti i frutti della sua attività a una fondazione che ha per fine il bene collettivo. Quasi che l’intero suo lavoro di una vita, dedicato a costruire un’impresa necessariamente individuale, e di eccellenza, trovasse il suo senso nella destinazione al bene comune.È frequente che un imprenditore senta di testimoniare il suo senso civico con opere di beneficenza o anche, addirittura, con la creazione di fondazioni che si propongano istituzionalmente un’attività meritoria per la comunità. È unico invece il caso di un imprenditore che a chiusura, e come a epigrafe, della sua carriera decida di consacrare tutti i frutti della sua attività a una fondazione che ha per fine il bene collettivo. Quasi che l’intero suo lavoro di una vita, dedicato a costruire un’impresa necessariamente individuale, e di eccellenza, trovasse il suo senso nella destinazione al bene comune.
È il 27 luglio 2000 quando, davanti al notaio Gerolamo Calini, Guido detta il suo testamento. «Istituisco – decide il Nostro – mio erede generale la Fondazione Guido Berlucchi con sede in Borgonato di Cortefranca costituita […] in data 14 giugno 2000». È l’ultima sfida di Guido Berlucchi titolano i giornali all’indomani della sua scomparsa avvenuta il 14 ottobre 2000. Guido muore a casa, a Palazzo Lana de’ Terzi sito a Borgonato. Se ne va con discrezione e riservatezza, doti che avevano contraddistinto la sua vita e affida la sua eredità materiale e morale agli amici di sempre, riuniti nella Fondazione che porta il suo nome.
Nel 2000 la Fondazione è (e continua ad essere) una delle maggiori onlus italiane nella lotta contro il cancro. Guido le affida una dote di 80 miliardi di lire, costituta dalla propria quota dell’omonima azienda vinicola, nonché da cespiti fondiari e immobiliari. L’istituto non si sovrappone ad altre realtà già esistenti. Si propone di promuovere la ricerca oncologica ad alto livello nel Bresciano in un settore mai abbastanza sperimentato. Si attiva per mettere in funzione nuove strumentazioni medicali presso realtà ospedaliere del territorio. Dal 2020 la Fondazione lancia una nuova sfida con un grande potenziale generativo: fare rete tra imprenditori e enti privati. Il primo frutto è la creazione di due cattedre all’interno della Scuola di Specializzazione in Medicina e Cure Palliative, accreditata dal Ministero dell’Università e della Ricerca presso l’Università degli Studi di Brescia.
A ventitré anni dalla sua costituzione, la Fondazione Guido Berlucchi può vantare, a buon titolo, di un bilancio d’attività altamente positivo. Il contributo offerto allo studio, alla ricerca e alla cura di questo male pesantemente afflittivo si conferma straordinario. Non solo per l’entità delle risorse finanziare messe a disposizione, ma non di meno per la qualità del suo metodo d’intervento, volto a creare proficue reti di collaborazione tra pubblico e privato.